Cancro al seno e linfedema: l’importanza di agire per tempo

Cancro al seno e linfedema: l’importanza di agire per tempo

Il cancro al seno è, comprensibilmente, uno tra i maggiori timori per donne e uomini di tutte le età. La sostanziale imprevedibilità con cui esso si manifesta – in quanto la cosiddetta familiarità, ovvero la presenza nella propria famiglia di casi di cancro, causano solo una maggiore predisposizione – non può far a meno di essere una effettiva preoccupazione.

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro stima che il cancro alla mammella sia la più comune tipologia di questa malattia (14% dei casi totali), specialmente per le donne (30% dei casi).

Stiamo, quindi, parlando di un problema che coinvolge davvero tante persone in Italia e nel mondo. Ma perché postare un articolo su questo tema, benché importante, su un sito che si occupa di linfedema? La risposta è semplice: c’è una grande correlazione tra il tumore al seno e il linfedema.

Come si sa, la chirurgia è una delle cause principali dello sviluppo del linfedema e spesso nel trattamento del cancro al seno interventi massici some la mastectomia possono causare uno stress notevole sul corpo in genere e sul sistema linfatico nello specifico. È, quindi, fondamentale ricordarsi che c’è il concreto rischio di sviluppare il linfedema a conclusione del trattamento per il cancro.

Questa affermazione non ha l’intento di spaventare – non è automatico sviluppare il linfedema guarendo da un cancro al seno o dopo un intervento chirurgico! – ma vuole sensibilizzare su questa tematica. Sapendo che un rischio esiste, è imperativo fare molta attenzione ed eseguire periodici controlli per verificare la situazione.

Il National Lymphedema Network, una delle maggiori associazioni per il trattamento e l’informazione riguardo il linfedema, suggerisce una duplice azione.

Da un lato, il paziente deve essere informato sui rischi e riportare al proprio medico sintomi quali: sensazione di pesantezza, gonfiore, rossore, calore in braccia, petto, seno o tronco. Non di meno, anche misurazioni oggettive devono essere compiute dal personale medico, al fine di verificare la presenza di gonfiore, che nelle prime fasi della malattia può essere minore.

Queste, che dovrebbero essere effettuate fin dalla diagnosi del cancro, non solo riguardo agli arti, ma anche l’indice di massa grassa del paziente. Se la misurazione degli arti evidenzia un aumento superiore ai due centimetri – non relato all’aumento di peso, che dovrebbe comunque essere regolato in quanto possibile aggravante del linfedema – il paziente dovrebbe essere indirizzato verso uno specialista del linfedema.

Più complessa è la misurazione oggettiva del tronco; alla comparsa dei sintomi indicati sopra è buona norma verificare con uno specialista.