Il sodio nella prevenzione e nel trattamento del linfedema

L’idratazione continua, assieme alla terapia decongestionante, è uno dei pilastri della gestione del linfedema.

L’assunzione di liquidi, non alcolici né carichi di zuccheri è una salutare abitudine che aiuta a smaltire le tossine del corpo e rende la linfa più fluida, facilitando così il suo movimento lungo il sistema linfatico e il suo riassorbimento in caso di accumulo.

In altre parole, bere tanta acqua, possibilmente lungo tutta la giornata, è il vostro migliore alleato! Fin qui, tutto bene; bere tanto, di continuo: nessun problema.

Ma, perché c’è sempre un ma prima o dopo, i benefici di una buona e abbondante idratazione possono essere facilmente vanificati da un’eccessiva assunzione di sodio, più comunemente conosciuto come sale da cucina.

Il sodio è un elemento fondamentale per la vita, ma in quantità eccessive provoca ritenzione idrica, creando, dunque, ulteriori gonfiori e togliendo preziose risorse per rendere la linfa fluida.

Una modica quantità di sodio, 0,2 grammi giornalieri, in realtà sarebbe sufficiente per mantenere il corpo funzionale, ma questo obiettivo è irrealistico nella società di stampo occidentale; il sodio, infatti, è praticamente ovunque nel cibo confezionato, dalla verdura in scatola, alla carne, al pane, e pure in grandi quantità.

La comunità scientifica concorda nell’indicare la soglia massima ideale di sodio giornaliero al di sotto dei 6 grammi, sebbene in certa letteratura – come la 2015-2020 Dietary Guidelines for Americans – indichi limiti considerevolmente inferiori: 2,5 grammi.

Raggiungere questo obiettivo non è per nulla facile; anche il solo fare la spesa, cercando di limitare gli alimenti ricchi di sodio, non è un impresa facile, sebbene al giorno d’oggi c’è già maturata una consapevolezza del problema molto maggiore rispetto al passato.

In generale, è consigliabile evitare il più possibile alimenti con grande contenuto di sodio – che potete individuare o dalla tabella informativa che, per legge, è presente sugli alimenti conservati: affettati con gran contenuto di sale (speck, prosciutto crudo, patatine e snacks salati, salse e cibi pronti).

Questo non significa che si debba sempre rinunciare, ma limitarne il consumo è di sicuro un grande aiuto. Oggigiorno esistono anche prodotti specifici con un basso contenuto di sodio, che aiutano notevolmente a controllare i livelli del minerale nell’organismo.

Ridurre il consumo di sale durante la cottura degli alimenti, è un’altra strategia vincente; utilizzando altre spezie ed aromi per dare sapore – come pepe nero, aglio o timo- si potrà ridurre il consumo di sodio senza rinunciare troppo al sapore.

Infine, integrare la dieta con cibi ricchi di potassio, che contrasta l’azione del sodio, vi aiuterà moltissimo. Di questa categoria ricordiamo: banane, patate, yogurt magro, albicocche, datteri e castagne.