Linfedema e punture

Il linfedema, si sa, al momento non ha cura; la terapia attualmente in uso serve solo a ridurre i sintomi e agevolare la vita di ogni giorno dei pazienti. Risulta, quindi, comprensibile quanto sia importante cercare il più possibile non aggravare questa già difficile condizione, scatenata spesso da variabili senza possibile controllo. Quest’oggi ci soffermeremo sulle punture; questa parte integrante della vita moderna può, infatti, avere serie conseguenze per i pazienti soggetti a linfedema.________________________________________
La puntura è, prima di tutto, un urto localizzato in una piccolissima parte del corpo. Come tutte glie ematomi, esso causa la rottura di alcuni capillari, con il conseguente ristagno di sangue e gonfiore. CHiaramente questa situazione, facilmente gestibile se in un area sana, può essere molto fastidiosa se capita nella zona del gonfiore causato dal linfedema, creando ancora maggiore pressione e un ristagno maggiore. Secondariamente, l’inserimento dell’ago/pungiglione crea una passaggio. Se di norma il contatto con l’esterno non è un problema per i tessuti interni, almeno parzialmente, la presenza di un accumulo della iperproteica linfa può amplificare il rischio di infezioni, quanto la presenza di questo “canale” aumentare il rischio di linforrea. Uno dei più comuni metodi per la somministrazione di farmaci localmente è l’iniezione. Tale procedimento è quanto mai comune nella moderna medicina, usato sia per la somministrazione dei farmaci che per il prelievo di sangue, tuttavia espone l’area colpita ad un urto, l’ago che penetra nella pelle, quanto a degli agenti esterni (sebbene le siringhe siano sterili, l’aria non lo è!) che possono proliferare nella linfa accumulata, perfetta coltura batterica. Esiste solo una limitata letteratura medica riguardo lo studio di questa casistica, perciò non è possibile esibire dati certi, tuttavia, sembra esserci un diffuso consenso nel riconoscere la puntura come un possibile fattore aggravante. La soluzione più semplice: quando è possibile, consiste nel farsi fare le iniezioni in altre parti del corpo, non soggette al linfedema. Specie per quanto riguarda i prelievi, questa semplice richiesta non causa particolari problemi al personale ospedaliero. È parimenti molto importante fare sempre presente al medico o all’infermiere in questione la propria condizione, che – anche se di per sé evidente – può essere distrattamente sorvolata nella routine dell’intevento. Se, tuttavia, il vostro medico e/o specialista vi esorta a segueire tale procedura, fidatevi del loro esperto giudizio. Ben diverse, invece, sono le punture di insetto. Anche queste possono causare molti danni all’organismo, ma la loro imprevedibilità costringe a una perenne attenzione. Usare repellenti, meglio se naturali, può aiutare contro le zanzare, mentre basta allontanarsi da vespe e api. Pensare a delle zanzariere, qualora se ne abbia l’occasione, è una buona soluzione per evitare le punture notturne, specie d’estate, quando le finestre vengono aperte per una gran parte del giorno. Non di meno, non bisogna essere troppo allarmeti da questa semplice esortazione: il linfedema non può essere scatenato da una semplice puntura, se non da viene iniettata la larva della filaria. Senza un intervento chirurgico o una predisposizione genetica, è quasi impossibile che una così modica pressione possa causare il linfedema. Sebbene occorra sempre fare attenzione alle cause esterne ed evitare rischi inutili, rifiutare un’iniezione suggerita dal medico per paura di un peggioramento può risultare controproducente; non di meno, chiedere se fosse possibile farla in una differente parte del corpo, minimizza sicuramente i rischi collaterali.