Elettrostimolazione e linfedema

I progressi della scienza medica sono impressionanti. Giorno dopo giorno vengono ipotizzati, proposti e studiati nuovi tipi di terapie per rendere la vita migliore ai pazienti. Spesso, però, queste nuove idee possono essere molto controverse, o, per lo meno, suscitare un certo dibattito, specie quando collidono con le modalità tradizionali.

Un chiaro esempio di questo è il caso della terapia basata sull’elettrostimolazione.
Fino a pochi anni fa, il punto di vista della scienza medica al riguardo era piuttosto perentorio: alcuni tipi di elettro-stimolazione possono favorire il riassorbimento di alcuni tipi di edema, ma il linfedema non è tra questi.
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L’elettrostimolazione, qualora applicata per un lungo periodo in alcuni trattamenti clinici – e non, quindi, gli elettrostimolatori per l’esercizio muscolare – creano una reazione chimico-ionica che aiuta il riassorbimento della componente liquida dell’edema.

Non di meno, il linfedema è causato dalla linfa e non dall’accumulo di acqua o altri fluidi, come in alcuni edemi. La differenza è notevole, in ragione dell’alto contenuto proteico della linfa stessa; se, infatti, la componente di acqua viene respinta dal procedimento, le proteine rimangono nell’area, ma in una concentrazione maggiore. A causa di questa concentrazione, le proteine attirano ulteriore acqua nell’area, vanificando gli effetti benefici o persino peggiorando il gonfiore.

Riassumendo, non solo l’elettrostimolazione non è indicata per trattare il linfedema, ma può essere persino dannosa. Solido, basato su chiari argomenti chimici e biologici, questo pensiero sembra coerente, chiaro e senza possibilità di errore. Tuttavia, negli ultimi anni questo punto di vista è stato messo in discussione.

La ricerca negli ultimi anni ha evidenziato come l’utilizzo di alcuni tipi di elettrostimolazione possano essere benefici per il trattamento del linfedema. L’utilizzo di elettroterapia a bassa frequenza e intensità hanno, secondo alcuni studi, ha manifestato risultati equiparabili alla tradizionale terapia decongestionante.

Una ricerca del 2016 ha, inoltre, evidenziato come la stimolazione elettrica transcutanea dei nervi abbia permesso un miglioramento degli effetti della terapia decongestionante. Anche in Italia si sta lentamente affermando questa cultura, con l’utilizzo di particolari elettrostimolatori per stimolare il sistema linfatico. Chiaramente, ci si trova davanti a un empasse; le due posizioni sono, infatti, inconciliabili.

Come uscire da questo ginepraio teorico? Purtroppo, una semplice risposta non c’è. La ricerca evolve rapidamente, ma non sempre nella giusta direzione; certamente è fondamentale prendere in considerazione questi nuovi sviluppi, che sembrano estremamente promettenti e corroborati da seria ricerca, ma bisogna esercitare anche una certa cautela al riguardo.

Come regola generale l’aspettare la formazione di una solido consenso medico al riguardo dell’innovazione è un’ottima strategia. Non di meno, anche solo per curiosità, è sempre utile parlare con il vostro terapista del linfedema riguardo queste nuove tecniche, per avere un diretto, affidabile punto di vista di chi tratta con il linfedema ogni giorno.