Edema e linfedema. Sono la stessa cosa?

Spesso il contesto fa una differenza notevole per un discorso, un’azione, persino un modo di pensare. La cultura e le esperienze in cui siamo cresciuti, infatti, ci condizionano enormemente e solo con un certo sforzo è possibile superare questo imprinting sociale. Per fare un esempio, ricordando un comune modo di dire, se in Europa si sente rumore di zoccoli, siamo portati a pensare ad un cavallo piuttosto che ad una zebra; ma la situazione è decisamente differente nella Savana africana, dove le zebre sono molto più comuni che non i cavalli.

In maniera simile, chi è quotidianamente al contatto con il linfedema è subito portato a pensare alla propria malattia qualora senta parlare di gonfiore. Questa comprensibile idiosincrasia di pensiero, dettata dall’esperienza personale, può però portare a errare; esistono, infatti, diverse patologie che causano gonfiore e, strano a dirsi, il gonfiore stesso non è sempre uguale.

Ma quale è la differenza? Principalmente, il gonfiore è causato dall’accumulo di fluidi nei tessuti connettivi, quella sezione tra i vasi sanguigni e la cute; principalmente costituiti da acqua, questi fluidi causano il cosiddetto edema, che è la nomenclatura tecnica del gonfiore, perché il sistema cardiaco è momentaneamente incapace di effettuare un normale riassorbimento e del sistema linfatico di procedere ad uno smaltimento superiore alla norma.

Le cause di questo edema possono essere molteplici: esse possono variare da patologie cardiache, come l’insufficienza venosa cronica, a motivazioni fisiche, come l’immobilità prolungata o indossare gioielli o vestiti troppo stretti. In generale, la spiegazione più comune è che l’aumento di pressione sanguigna non permette di incorporare anche l’acqua che, dapprima spinta dallo stesso flusso sanguigno arterioso nei tessuti, dovrebbe confluire nel sistema venoso.

Questo tipo di edema risulta simile al linfedema per quanto concerne l’aspetto visivo e la consistenza; una leggera pressione nell’area causa il cosiddetto “pitting”, un’indentatura nel gonfiore relativo al punto in cui la pressione viene esercitata. Al primo impatto, sembrerebbe che il gonfiore non differisca poi molto, ma da una più puntuale analisi risulta chiaro che le differenze con il linfedema sono molteplici; non solo causa della genesi deriva da un diverso organo, ma il fluido stesso che si accumula è diametralmente diverso.

Non essendo linfa, infatti, l’edema non linfedemico non è così soggetto a infezioni quanto la linfa, dato che è dovuto per lo più all’accumulo di acqua. Infine, a meno che non sia causato da malattie croniche, l’edema non linfedemico è facilmente risolvibile. Se è causato da stati momentanei, come per esempio la gravidanza, di norma basta aspettare che essi si concludano per ritornare alla normalità; in caso contrario, una implemento di sodio e diuretici – per esempio asparagi, prezzemolo o sedano – nella dieta agevolerà il riassorbimento. Purtroppo, sappiamo bene che gestire il linfedema non è così semplice; se, quindi, il gonfiore persiste è fondamentale parlare con il vostro medico e, possibilmente, con un esperto del linfedema per un secondo parere.