A proposito di linfoscintigrafia e del premio di Brussell

Linfoscintigrafia

La linfoscintigrafia è un accertamento eseguito in Medicina Nucleare. Viene considerata l’esame più importante per la diagnosi del linfedema, consentendo di visualizzare le vie linfatiche e di apprezzarne la loro funzionalità. Viene eseguita iniettando a mani o piedi, a seconda della parte corporea da esaminare, un tracciante radioattivo (da non confondere con i mezzi di contrasto, utilizzati ad esempio per TAC e risonanze magnetiche), con una dose molto bassa di radiazioni. Eseguendo l’acquisizione di immagini in tempi determinati, si può seguire la progressione del tracciante lungo i linfatici e i linfonodi.

L’esame deve essere eseguito ai due arti, superiori od inferiori, per poter eseguire un confronto. Capita più di qualche volta che, in caso di linfedema di un solo lato, si osservi un’anomala distribuzione di vasi linfatici anche nell’arto che non ha gonfiore.

Purtroppo la linfoscintigrafia non è un esame standardizzato e pertanto i protocolli possono essere anche molto differenti tra i diversi centri. Le differenze possono riguardare:

  • tipo di tracciante utilizzato,
  • sede di iniezione,
  • tipo e tempistica di acquisizione delle immagini,
  • quale circolazione viene investigata: superficiale e/o profonda.

Una linfoscintigrafia può essere richiesta per tre motivi principali:

  • per una valutazione prognostica in un linfedema già accertato clinicamente;
  • per individuare un danno del circolo linfatico quale c conseguenza di un lipedema;
  • per dimostrare il danno linfatico quale causa di un edema di origine imprecisata.

Linfoscintigrafia e ricerca

La ricerca presentata a Brussell è successiva ad un analogo lavoro, presentato al Congresso della Società Internazionale di Linfologia, tenutosi 2 anni fa a Barcellona. In quell’occasione avevamo dimostrato l’utilità di eseguire una linfoscintigrafia in due tempi: uno per l’esame del circolo superficiale e uno per lo studio del circolo profondo. Infatti negli arti vi sono due compartimenti, separati da una fascia: un compartimento superficiale ed uno profondo. Ognuno ha una propria rete di vasi linfatici e di linfonodi, con alcune interconnessioni; alla radice dell’arto (quindi all’ascella o all’inguine) le due reti confluiscono in una via comune.

Nella maggior parte dei centri ospedalieri viene studiato soltanto il circolo superficiale; in alcuni di quelli che fanno entrambi gli studi, l’esame avviene lo stesso giorno, facendo risparmiare tempo alla struttura e all’utente, ma riducendo la quantità di informazioni ottenibili.

I dati significativi presentati a Barcellona erano che su una casistica di 32 esami analizzati retrospettivamente (cioè a distanza di tempo dalla loro esecuzione) in ben 7 casi il danno riguardava soltanto il circolo profondo. Pertanto, in queste 7 persone l’esecuzione dello studio del solo circolo superficiale avrebbe portato probabilmente ad una diagnosi inaccurata.

Lo studio presentato a Brussell, che ha meritato con pochi altri ed ex-equo il premio della Società Europea di Linfologia, ha dimostrato che su 142 esami eseguiti, in ben 29 casi (20,4%) vi era il danno del solo sistema profondo. In 7 di questi si trattava di un linfedema primario. Abbiamo per tanto dimostrato:

  • l’importanza di eseguire una valutazione linfoscintigrafica di entrambi i circoli, superficiale e profondo;
  • lo speciale interesse di questo tipo di esame per la diagnosi degli edemi di origine imprecisata;
  • la probabile sua implicazione anche per la valutazione prognostica e per l’approccio chirurgico;
  • la necessità di più ampi studi, con una ricca raccolta preliminare di dati di tipo anamnestico e di tipo clinico, per poter meglio comprendere le informazioni che la linfoscintigrafia superficiale e profonda è in grado di fornirci.

Il premio meritato a Brussell va al lavoro di equipe di tre professionisti esperti di linfologia, tra cui il dr. Michele Povolato, medico nucleare dell’ospedale di Udine, e il dr. Alessandro Busetto, microchirurgo dell’ospedale “dell’Angelo” di Mestre.

Un ringraziamento va a Giorgia Cosano, biotecnologa e PhD, e a Susana Hinostroza Escudero, dottoressa in marketing e comunicazione, per il prezioso aiuto nella stesura e organizzazioni dei materiali.

Alberto Onorato

MD, PhD